“L’influenza della cottura dei cibi sulla composizione del sangue umano” di Paul Kouchakoff, M.D.

L’influenza della cottura dei cibi sulla composizione del sangue umano

 di Paul Kouchakoff, M.D.

dell’Istituto di chimica clinica, Losanna, Svizzera

 

 

L’organismo vivente e’ molto sensibile a tutte le influenze dannose e reagisce ad esse immediatamente.Possiamo constatare ciò quando facciamo un’analisi del sangue durante una semplice malattia infettiva, quando delle sostanze estranee si sono introdotte nel nostro sistema, ecc.

In questi casi, il numero di globuli bianchi cambia e la correlazione percentuale fra di loro viene turbata.

Questo e’ uno degli indicatori di un processo patologico in atto nel nostro corpo.

Successivamente all’ingestione di una porzione di cibo, osserviamo altresì un incremento generale di globuli bianchi, ed una modifica nella loro correlazione percentuale.Questo fenomeno è stato finora considerato come qualcosa di fisiologico, e viene definito “leucocitosi digestiva”.Come cibo utilizziamo alimenti crudi, alimenti modificati tramite alte temperature, ed alimenti raffinati.

Dunque, come agiscono questi cibi sulla nostra composizione sanguigna se li assumiamo separatamente?

Vediamo che, dopo aver ingerito cibi crudi, nè il numero di globuli bianchi ne la loro correlazione viene modificata.L’ acqua non bollita, acqua minerale, sale, vari cibi verdi, cereali; noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, panna acida, burro – in altre parole tutto il cibo nello stato in cui ce lo fornisce la natura, appartiene al gruppo di cibi che non apporta alterazioni alla nostra composizione sanguigna.

 

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Dopo il consumo, invece, di questi medesimi cibi, cuocendoli però ad alte temperature, vediamo che il numero complessivo di globuli bianchi e’ cambiato, ma la correlazione delle loro concentrazioni è rimasta identica.

Dopo il consumo di cibi raffinati, non e’ solo cambiato il numero di globuli bianchi, ma anche la loro correlazione percentuale lo è.

A questo gruppo appartengono lo zucchero, il vino, le tavolette di cioccolata, ecc.

Tutti i nostri esperimenti hanno mostrato che non e’ la quantità a giocare un ruolo importante nell’alterazione della composizione sanguigna, ma la qualità del cibo, e che 200mg o anche 50mg di un cibo produce la medesima reazione di grosse quantità di esso.Gli esperimenti mostrano anche che la reazione nel nostro sangue ha luogo nel momento in cui il cibo entra nello stomaco, mentre la masticazione preliminare del cibo nella bocca ne alleggerisce la reazione.

Abbiamo già detto che i cibi crudi, alterati tramite alte temperature, producono solamente un’ aumento della conta complessiva dei globuli bianchi.Questo accade solo quando questi cibi sono cotti fino a raggiungere il punto di ebollizione, o il medesimo effetto si produce anche quando vengono cotti a temperature più basse?

Sembra che il cibo crudo abbia la sua personale temperatura che non deve essere superata durante la cottura per far si che non perda le sue virtù e provochi reazioni nel sistema corporeo.

 

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La normale acqua da bere, scaldata per 30 minuti ad una temperatura di 87°C non modifica il sangue mentre la medesima acqua riscaldata a 88°C, lo modifica.

Abbiamo chiamato “temperatura critica” la temperatura massima alla quale un particolare cibo possa essere cotto per mezz’ora a bagnomaria e mangiato, senza che apporti modifiche alla composizione sanguigna.Questa temperature critica non e’ uguale per tutti i cibi.Varia in un range di 10 gradi.La temperatura critica più bassa è quella dell’acqua (87°); per il latte è 88°; per i cereali, i pomodori, il cavolo e le banane è 90°; per il burro 91°; per le mele e le arance, 92°; per le patate 93°; per le carote, le fragole e i fichi, 97° (Guardate l’ultima pagina per la conversione in gradi Fahrenheit)

I nostri esperimenti mostrano che è possibile inibire l’azione di un cibo una volta che la sua temperatura critica viene superata. Esistono leggi molto ben definite a riguardo, e la temperatura critica gioca un ruolo primario qui.

Se un cibo cotto viene mangiato insieme allo stesso cibo ma in forma cruda, non avviene nessuna reazione.

Il prodotto crudo ha neutralizzato l’azione che lo stesso cibo, cotto, avrebbe provocato nel corpo.In altre parole, il prodotto assunto allo stato crudo ha ristabilito le proprietà nutrienti del cibo cotto ad alte temperature.Un tale recupero è anche possibile quando due cibi differenti vengono ingeriti, ma ad una condizione; O la loro temperatura critica e’ la medesima , oppure la temperatura critica del cibo crudo è superiore a quella del cibo cotto.

Se la temperatura critica del cibo crudo è più bassa di quello cotto, la reazione avrà sicuramente luogo; in questo caso, anche l’aumento della quantità del cibo crudo non aiuterà.

Questa regola rimane uguale nel caso in cui il cibo crudo venga mixato con diversi cibi sovra-riscaldati della medesima temperatura critica.Se vengono ingeriti più cibi cotti, ognuno con una diversa temperatura critica, insieme a del cibo crudo, avviene la reazione, anche se il cibo crudo ha una temperatura critica superiore di tutti i cibi cotti.

Ora passiamo al 3° tipo di cibi, quelli come zucchero, vino, ecc., ottenuti tramite complicati processi di raffinazione, e che producono due reazioni nel nostro organismo.

Questi cibi possono essere consumati evitando che producano qualsiasi tipo di reazione nell’organismo, ma solo quando vengono assunti assieme a non meno di due tipi di cibi crudi con una differente temperatura critica.Anche assumere un solo cibo crudo ha un effetto benefico su questi cibi, e li priva di una delle loro proprietà, precisamente quella di alterare la correlazione percentuale dei globuli bianchi.Per quanto concerne le proporzioni nelle quali il cibo crudo deve essere aggiunto al cibo cotto, vi e’ un minimo irriducibile.Per l’acqua, per esempio, è il 50%.

 

 CONCLUSIONI:

 

Dopo i 300 e passa esperimenti su dieci individui di età diverse e di sesso diverso, siamo giunti alle seguenti conclusioni

 

  1.  L’incremento della conta dei globuli bianchi e della loro correlazione percentuale susseguente ad ogni assunzione di cibo, e che finora è stata considerata fisiologica, in realtà è una condizione patologica.Essa viene stimolata quando introduciamo nel nostro organismo cibi alterati ad alte temperature e da complicati processi di raffinazione di prodotti naturali.
  2. Dopo il consumo di cibi crudi freschi, di origine naturale, la nostra composizione sanguigna non cambia in nessun intervallo di tempo.
  3. Dopo il consumo di cibi naturali, ma alterati per mezzo di alte temperature, un aumento generale nella conta dei globuli bianchi ha luogo, ma la correlazione percentuale tra di loro rimane invariata.
  4. Dopo il consumo di prodotti naturali, ma alterati da processi di raffinazione, avviene un’alterazione della conta dei globuli bianchi e al contempo una modifica nella correlazione percentuale tra di loro.
  5. E’ possibile assumere ogni tipo di cibo usualmente mangiato senza modificare la composizione sanguigna unendo ad esso del cibo crudo, in base ad una formula ben definita.
  6. In un organismo sano, non è possibile alterare la correlazione percentuale tra i globuli bianchi tramite l’ingestione di alcun cibo, senza aumentarne anche la conta globale.
  7. Gli alimenti non sembrano avere nessuna influenza sugli eosinofili di transizione e quelli polimorfonucleari, e la correlazione tra di essi non viene alterata.
  8. Possiamo modificare a nostro piacimento la composizione sanguigna seguendo una dieta adeguata.
  9. L’esame del sangue può avere una valenza diagnostica solo se viene fatto a stomaco vuoto

 

 

Alcuni cibi e le loro temperature critiche:

 

  •  Acqua potabile: 88.3°C
  • Latte: 88.3°C
  • Cereali: 88.8°C
  • Pomodori: 88.8°C
  • Cavoli: 88.8°C
  • Banane: 88.8°C
  • Burro: 91.1°C
  • Mele: 91.6°C
  • Arance: 91.6°C
  • Patate: 93.3°C
  • Carote: 96.6°C
  • Fragole: 96.6°C
  • Fichi: 96.6°C

 

 

 

Documento originale: Kouchakoff.pdf

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